La Buona Scuola

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sabato 18 ottobre 2014

Avvio alla consultazione: modalità - Area 4 - "Ripensare a ciò che si impara a scuola"

Questo blog è stato creato per favorire una consultazione pubblica tra le  componenti del 2° Circolo di Bisceglie e cioè il dirigente scolastico, il direttore amministrativo, i genitori, i docenti, il personale ATAper consentire a tutti di poter esprimere  il loro proprio parere sulle proposte del governo per la scuola.
Il rapporto tratta 6 macro aree sintetizzate nell'immagine che segue; proporremo un'area per ogni settimana iniziando da questioni più vicine al mondo del bambino.

indice del rapporto










Dal 20/10 al 26/10, vi chiediamo di esprimervi sull'area 4: "Ripensare a ciò che si impara a scuola".
Dopo la lettura delle pagg. 87 alle pagg. 100 del rapporto, ci si può confrontare con quanto viene dichiarato relativamente all'insegnamento della musica, dell'educazione fisica e dell'educazione tecnologico digitale all'interno della scuola.

Potete commentare nella sezione "commento", aggiungendo ad esso il vostro nome e soprattutto definendo il vostro ruolo nella scuola (docente, genitore, personale ATA, altro, ...)

8 commenti:

  1. Cappelluti - docente19 ottobre 2014 alle ore 19:52

    Dal 1997 il Ministero comincia il piano di diffusione delle tecnologie per favorire l'innovazione nella didattica nelle scuole attraverso l'uso delle nuove tecnologie.
    In seguito il discorso si fa più evoluto: si passa a parlare di alfabetizzazione digitale, di e-learning, di lavoro e condivisione sulla rete e adesso, come cita il rapporto de "La Buona Scuola" anche di coding, ovvero di programmazione computazionale. Spesso però è capitato che molte scuole siano rimaste indietro per mancanza di strumenti tecnologici o per inadeguatezza di formazione perché i docenti hanno dovuto partecipare ai corsi investendo tempo e denaro personale. E nonostante gli sforzi, comunque non è possibile essere al passo con i tempi perché l'amministrazione del territorio non fornisce il collegamento alla rete per essere innovativi. Alle amministrazioni chiediamo: lasciateci lavorare fornendoci le giuste opportunità.
    Cappelluti - Docente

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  2. Cassanelli C Docente
    Mi riaggancio a quanto detto dalla collega, spesso non siamo in grado di rispondere in modo adeguato a quanto continuamente ci viene proposto per rendere la scuola competitiva a livello europeo e mondiale. Ci viene chiesto di introdurre in classe il coding ma è necessaria la connessione alla rete che a tutt'oggi nonostante le numerose sollecitazioni non abbiamo. E non è sufficiente la buona volontà e l'inventiva tutta nostra che ci siamo dotati di chiavette personali, laddove è stato possibile. Come scuola abbiamo utilizzato tutte le opportunità che i progetti Pon ci hanno permesso, sia a livello di dotazione informatica, sia a livello di formazione personale ma non è abbastanza. E noi insegnanti chiediamo solo di essere messi in grado di lavorare rispondendo alle sollecitazioni e ai bisogni delle nuove generazioni che stiamo educando.

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  3. Mastrorilli E. Docente21 ottobre 2014 alle ore 00:01

    Elvira Mastrorilli Docente
    Leggendo la parte del rapporto "Ripensare ciò che si impara a scuola", mi sono resa conto di quanto nonostante tutto, nel nostro circolo, e nel nostro piccolo siamo riusciti a fare, andando spesso anche contro corrente e riuscendo, in molti casi con le nostre proposte ad essere contagiosi.
    Penso alle animazioni alla lettura, agli incontri di lettura intorno al braciere, ai mille sforzi fatti per creare le nostre biblioteche con le migliori proposte di letteratura per l'infanzia; e poi la ferma volontà di portare i bambini al cinema e al teatro convinti della significatività di avvicinarli a linguaggi diversi che potessero stimolare il loro senso per il bello, ma anche il loro spirito critico, ci siamo caratterizzati con l' attenzione e l'avvio alla musica con il canto e la nostra orchestra di violini, prima e sola in Italia, (che mi auguro fortemente possa rinascere) ci siamo caratterizzati per i progetti sportivi supportati da docenti esperti. Abbiamo fatto scuola andando spesso fuori dalla scuola e portando i bambini a guardare musei, città, frantoi, biscottifici, laboratori artigianali. Abbiamo ampliato la nostra offerta formativa anche grazie al fattivo sostegno dei genitori che hanno creduto nelle nostre proposte e ne hanno condiviso il valore.
    Qualche tempo fa, dalle pagine di repubblica, Alessandra Bartoli raccontava di Turku, in Finlandia, dove il mal di stomaco si cura con la cultura. Parlava di una pratica pubblica che sceglie istituzionalmente la cultura come farmaco: non di una trovata promozionale, ma proprio del peso che in termini farmacologici, la cultura assume per la cura di patologie ordinarie. Lo hanno studiato, lo stanno studiando illustri luminari del settore: è argomento di tesi di laurea e di sperimentazione. E il “farmaco” viene indicato da una vera e propria ricetta, rilasciata al paziente con tanto di biglietto omaggio. La Sanità a Turku, Finlandia, è un diritto, come in molti paesi civilizzati e qui i medici hanno a disposizione più di 5.000 biglietti, per teatri, musei e biblioteche.
    Noi non abbiamo bisogno di curarci il mal di stomaco, ma non facciamocelo venire rinunciando o dimenticando ciò che di buono abbiamo fatto e facciamo. Contagiamoci le buone pratiche e non accontentiamoci, non fermiamoci difronte al momento d'incertezza e continuiamo ad essere propositivi e innovativi, riprendendo a seminare certi che ci saranno ancora buoni frutti.

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  4. Pacifico F. - Docente21 ottobre 2014 alle ore 20:02

    Franca Pacifico (Docente)
    Mi riaggancio a quanto detto dalle colleghe.
    In merito all'argomento di discussione proposto mi preme una riflessione: la nostra scuola, grazie ai vari progetti svolti nei vari anni, è da considerarsi " all'avanguardia". Diamo ampio spazio allo sport. alla musica, alle nuove tecnologie... e, non per ultimo, insegniamo ai nostri alunni anche a "leggere, scrivere e far di conto", impresa alquanto ardua se consideriamo che dall'alto ci chiedono tante "cose belle" ma poi il monte ore scolastico e i finanziamenti viengono continuamente decurtati.
    Noi però non ci arrendiamo ma, imperterriti proseguiamo nel nostro intento di offrire sempre di più ai nostri alunni, con passione, per passione.
    Per i miracoli, però, non siamo ancora attrezzati.

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  5. Ragno G.- Dirigente scolastico22 ottobre 2014 alle ore 00:34

    Questa parte del documento governativo è sicuramente interessante, vicina al nostro mondo in quanto sembra guardare alla formazione di base; stimola riflessioni non nuove, toccando il vivo del nostro impegno: da un lato fa pensare alla scuola che vorremmo, dall’altra a quella che facciamo. Può facilmente esaltare gli inguaribili ottimisti, quanto disilludere i realisti ad oltranza.
    Gli interventi delle docenti, apprezzabili per lucidità e chiarezza, descrivono una scuola vera, reale, che non si è mai negata al nuovo, che non si arrocca nella stanca ripetitività, che non improvvisa: è una rappresentazione del 2° Circolo Caputi, ma non si può pensare che altrove non si sia mosso nulla.
    Proprio la lettura degli interventi precedenti mi porta a cogliere nel documento una nota di presunzione poiché sembra ignorare la “buona scuola” che esiste già, quella scuola fatta dagli sforzi quotidiani dei docenti per sopperire alle carenze e alle mille difficoltà, la scuola che davanti alla LIM ha le sedie ed i banchi rotti, ma che forma le coscienze e stimola le intelligenze, che accoglie ed include; così come sembra non considerare gli sforzi di riforma che negli anni hanno migliorato la didattica, fino a quando non hanno prevalso logiche di risparmio e scelte improvvisate.
    Inoltre, senza voler negare la positività insita nell’inserimento nel curricolo di competenze specifiche, il documento mi appare poco equilibrato perchè rischia di attribuire un potere salvifico a musica, arte, attività motoria a cui si aggiungono le ormai famose tre i (inglese, informatica, economia/impresa), ma non dice se lo studio di queste discipline incrementerà il tempo scuola o toglierà tempo alle discipline di base (che poi sono oggetto dei test INVALSI).
    “Di tutto, di più” si potrebbe dire parafrasando uno slogan pubblicitario….

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  6. Giacomina de Simone - docente
    In relazione alla parte del documento " Ripensare ciò che si impara a scuola", ho riflettuto sulla giusta importanza che si attribuisce alle Educazioni, alla Tecnologia e alla Lingua straniera.
    Tali discipline, formative quanto quelle curricolari, le abbiamo sempre insegnate in modo trasversale, anche a prescindere dal monte ore settimanale previsto.
    Ma con le recenti decurtazioni orarie( da 30 ore settimanali a 27 o addirittura 24) come è possibile dare più spazio a queste materie senza perdere di vista l'obsoleto, ma necessario " leggere, scrivere e far di conto"?
    La scuola italiana rischierebbe di diventare la Cenerentola dell'Europa, non solo in campo scientifico( già lo è in base a quanto affermato dalle statistiche e dallo stesso rapporto- area 5), ma anche in campo matematico, linguistico....
    Per cui non è possibile dare" un colpo al cerchio e uno alla botte".....occorrono leggi serie( non tagli), che rivalutino la scuola,in quanto formativa per le generazioni a venire, che costruiranno il futuro e (auspichiamo!) la salvezza del nostro Paese.

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  7. Elvira Mastrorilli Coordinatore Gruppo N2
    I docenti del gruppo n.2 relativo al capitolo 2 del rapporto " LE NUOVE OPPORTUNITA' PER TUTTI I DOCENTI FORMAZIONE E CARRIERA NELLA BUONA SCUOLA" dopo la discussione , tenutasi il 3 novembre, colgono nel PIANO DI ASSUNZIONE STRAORDINARIO e NELL’INDIZIONE DI UN NUOVO CONCORSO, con l'ingesso di nuovi insegnanti, un'opportunità per lo svecchiamento del corpo docente della scuola, ma considerano come criticità, il non chiarire come si intendono smaltire le graduatorie di insegnanti e precari già esistenti.
    Le insegnanti condividono che " IL METTERSI IN GIOCO" professionalmente sia fondamentale per garantire agli alunni una preparazione migliore e al passo con i tempi e considerano LA FORMAZIONE IN SERVIZIO OBBLIGATORIA un punto di forza, se inteso come condivisione di esperienze professionali e buone pratiche didattiche.Considerano però come criticità la difficoltà dei docenti a mettere in comune le proprie esperienze, là dove esistono conflittuali rapporti interpersonali o semplicemente per il timore di essere mal
    giudicati.Considerano, inoltre, un'ottima opportunità di crescita LA FORMAZIONE DIGITALE, anche se nella realtà molto spesso mancano strumenti adeguati o aggiornati e i collegamenti alla rete.
    Le docenti considerano che PREMIARE L'IMPEGNO E IL MERITO per l'avanzamento di carriera dei docenti potrebbe anche essere un punto di forza,in quanto stimolo a fare meglio,ma ne individuano anche forti criticità: la discriminazione che si rileva nel dover accedere a proprie spese a corsi di perfezionamento e master; il timore che i CREDITI per dimostrare quanto " si vale" restino solo sulla carta e determinino una sorta di gara all'accumulo senza nessuna ricaduta sulla didattica ma solo sullo stipendio. I docenti sono molto perplessi sul discorso della valutazione ad opera di un insegnante, per altro collega,che possa essere poco obiettiva perché influenzata dalle relazioni interpersonali; infine molti dubbi sulla figura del " DOCENTE MENTOR" che più che un saggio consigliere, possa rivelarsi un giudice.

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  8. Lucrezia Patrizia Sette, insegnante, Coordinatore Gruppo n. 4
    Cito quanto scritto in neretto nelle prime pagine del documento de "La Buona Scuola": "l'istruzione è l'unica soluzione strutturale alla disoccupazione"!...Con tali parole, che aprono il discorso del " fare scuola", speravamo su una riflessione inerente ai provvedimenti adottati dai governi che si sono succeduti che negli ultimi anni e che hanno impoverito l'offerta formativa, demotivato i docenti, abbandonato a loro stesse le strutture, lasciando, di fatto, la scuola priva di risorse.
    Per questo, volendo puntare alla massima qualità dell'offerta formativa, si introducono due ore di educazione musicale nelle classi IV e V della scuola primaria...con l'intento di far diventare tutti gli alunni musicisti...Si parla di alfabetizzazione dei nuovi linguaggi, dell'introduzione del CLIL (Content and Laguage Integrated Learning) fin dalla scuola primaria, di alfabetizzazione digitale, dell'introduzione del coding...e tanto altro.
    Tuttavia, così come espresso dalla collega, de Simone, le recenti decurtazioni del monte orario settimanale pongono in gravi difficoltà il conseguimento degli obiettivi fondamentali quali "l'applicare la logica del capire, controllare, sviluppare contenuti e metodi per risolvere problemi". Si parla di rafforzare la trasversalità dell'insegnamento.
    Voglio ricordare che la scuola primaria è stata e lo è ancor oggi il fiore all'occhiello del sistema scolastico italiano, grazie alle procedure della programmazione e dell'interdisciplinarietà del sapere. Per cui, qualcosa non torna in tutto questo. Se la premessa è il voler risolvere al problema endemico della disoccupazione giovanile, invece di ridurre le nostre scuole a misere catapecchie, piene di grandi sogni, talvolta difficilmente raggiungibili, si dovrebbe investire sulla formazione e sulla scuola pubblica come luogo sacro del sapere.

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